NET- PARADE AWARD

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giovedì 21 gennaio 2021

SAGGISTICA - CRESCITA SPIRITUALE - MEDITAZIONE

INTERVISTA COL BUDDHA di Federico Traversa

I consigli del Prof. Giulio Cesare Giacobbe per raggiungere la serenità 

 

 Federico Traversa è scrittore e co-fondatore di Chinaski Edizioni.

Si occupa da anni di musica ed è ideatore e conduttore del programma radiofonico "Città delle Luci". Nel 2004 pubblica il primo romanzo, Il Contorno del Camaleonte", ed è autore di diversi libri legati al mondo del rock, la sua svolta, come scrittore e come uomo, è avvenuta grazie all’incontro con Don Andrea Gallo, con cui ha scritto due libri di successo. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e con il sito All Music Italia. Dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network e insieme a Episch Porzioni, la fortunata trasmissione "Rock is Dead", da cui è stato tratto un l’omonimo libro. 

"Intervista col Buddha" (Edizioni Il Punto D'incontro) è una lettura indispensabile per passare incolumi attraverso le difficoltà, ritrovare equilibrio e godersi al meglio questo bizzarro e incredibile gioco chiamato vita. 

Finalmente il messaggio tradizionale del Buddha viene riscoperto. Un motto semplice e chiaro per governare la mente e vivere sereni. Giulio Cesare Giacobbe, noto psicologo, studioso di filosofie orientali e autore di bestseller, racconta a un ricercatore spirituale come trovare equilibrio, pace mentale e serenità grazie ai messaggi originali del Buddha. 

Spesso ci soffermiamo su questo punto di domanda: Perché soffriamo? 

Secondo il Buddha si soffre per un errore di conoscenza, perché si crede che esistano cose che rimangono uguali a se stesse nel tempo. Si crede permanente ciò che in realtà è impermanente... La realtà è che non esistono cose, persone o situazioni che rimangono uguali a se stesse. Noi non viviamo in un universo statico ma in un universo dinamico, dove tutto cambia continuamente. Credere nella permanenza ci porta a soffrire perché conduce a uno scontro continuo con la realtà, una realtà che mette di fronte al fatto che niente è per sempre. E allora soffriamo. L'unico modo per non soffrire è accettare il cambiamento. Accettare il mondo com'è, diverso in ogni momento. Il segreto della felicità è molto semplice: godersi quello che c'è e non pretendere quello che non c'è.

Proprio ciò che affermava C. Darwin tempo fa... "Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento". 

I cinque poteri mentali dedotti dagli Otto Nobili Sentieri sono: il Controllo della Mente, la Presenza nella Realtà, l'Accettazione del Cambiamento, la Non Possessività e l'Amore Universale. Questi sono nient'altro che gli obiettivi pratici degli Otto Nobili Sentieri, condizioni psicologiche che ci permettono di raggiungere scientificamente lo stato di buddhità, ossia di costante serenità. 

In conclusione....I cinque Poteri sono collegati l'uno dall'altro e presentano una sorta di consequienzialità applicativa tipica del procedimento scientifico. Ciascun potere è possibile grazie alla realizzazione del potere precedente. 

Noi siamo ciò che pensiamo. Tutto quello che siamo sorge dai nostri pensieri. I nostri pensieri costruiscono il mondo. 

Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo. 

E, ricorda sempre che la pace viene da dentro. Non cercarla fuori! Vinci l'ira con delicatezza, la cattiveria con la bontà, l'avarizia con la generosità, la menzogna con la verità...e tutto facilmente, se hai fede, si risolverà! Anna A.

 


 



 


martedì 19 gennaio 2021

PSICOLOGIA - GUIDE PER GENITORI ED EDUCATORI

CONVERSAZIONI SULL'EDUCAZIONE DI ZYGMUNT BAUMAN 

IN COLLABORAZIONE CON RICCARDO MAZZEO

 

Zygmunt Bauman è uno dei grandi pensatori contemporanei, ha prodotto un "corpus" impressionante di libri che hanno inciso profondamente sulla comprensione del mondo contemporaneo. Ricordiamo "Modernità e Olocausto" e "Modernità liquida. Edizioni Erickson ha  pubblicato anche il suo Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi nel 2007. 

Riccardo Mazzeo, editor storico della casa editrice Erickson, ha tradotto un centinaio di libri da inglese, francese e spagnolo e scrive sulle pagine culturali del "Manifesto". Tra i suoi libri ricordiamo oltre a questo, anche: Elogio della letteratura" con Zygmunt; altri:  "C'è una vita prima della morte?"; "Il vento e il vortice"; "Parlare di Isis ai bambini"; "Il musulmano e l'agnostico".  

 "Conversazioni sull'Educazione"  è un capolavoro che parla dell'educazione e i modelli da imitare per garantire un miglioramento nella società attuale,  "postmoderna", o meglio in questa "società liquida" come la definisce il teorico Zygmunt. 

Zygmunt Bauman (il più grande teorico sociale della nostra contemporaneità, qui in conversazione con Riccardo Mazzeo, un intellettuale suo amico) riflette sulla situazione delle ragazze e dei ragazzi di oggi e sul ruolo dell'educazione e degli educatori in uno scenario dove le certezze dei nostri predecessori non possono più essere date per scontate. 

Qual è il ruolo dell'educazione in un tempo che ha smarrito una chiara visione del futuro e in cui l'idea di un modello unico e condiviso di umanità sembra essere il residuo di un'era ormai conclusa? 

Di fronte alle sconcertanti caratteristiche del nostro "mondo liquido", molti giovani tendono a ritirarsi (in alcuni casi nella rete, in giochi e relazioni virtuali, in altri casi nell'anoressia, nella depressione, nell'abuso di alcol o droghe), nella speranza di proteggersi così da un universo oscuro e vorticoso. Altri si lanciano in forme di comportamento più violento come le "guerre tra bande"...ecc...Tutto questo avviene mentre i nostri politici restano a guardare, distratti, assenti o indifferenti... 

Da qui Riccardo Mazzeo espone l'argomento con l'amico ormai scomparso Zygmunt Bauman (gennaio 2017) sull'educazione e lo scenario della realtà inquietante in cui si trovano calati i nostri figli e delle prospettive plumbee a cui sono esposti i figli dei nostri figli. 

"Amo immensamente Zygmunt Bauman come intercessore, come persona e come esempio di vita. A 86 anni mi sembra ancora estremamente giovane, profondo, acuto, generativo. Lo ringrazio per il privilegio immenso di avere associato il mio trascurabilissimo nome al suo, così fulgido, nella stesura di questo piccolo libro impreziosito dalle sue incursioni in nuovi territori del pensiero, dalle sue illuminazioni, dalla poesia che fa capolino qua e là nel suo ferreo ma sempre vivido argomentare". 

Zygmunt Bauman è il mio pensatore preferito. A Bauman il coraggio non ha mai fatto difetto: né quando, giovanissimo, fu decorato per essersi precipitato come volontario a combattere contro i nazisti, né allorché, nel Sessantotto, fu cacciato dalla facoltà di sociologia ed esiliato dalla Polonia per aver sostenuto gli studenti contro una burocrazia asfittica e arrogante. "Creare", ha scritto nelle ultime pagine di Modernità liquida, "(e dunque anche scoprire) significa sempre infrangere una regola; seguire una regola è pura e semplice routine, non un atto di "creazione". 

ALLA RICERCA DI UNA GENUINA "RIVOLUZIONE CULTURALE"

Magatti descrive il nostro scenario: "Non esistono più centro o periferia, alto o basso, giusto o sbagliato: il capitalismo tecno-nichilista tende a inglobare tutto, compreso ciò che si produce ai suoi margini e addirittura ciò che gli si oppone. Non c'è più controcultura perché "tutto è produzione culturale". Anzi, la controcultura costituisce una novità che arricchisce la verità e come tale viene inglobata nel sistema". 

La modernità è la convinzione che "il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza". 
Per quanto limitati possano apparire i poteri del sistema educativo esistente, a sua volta irretito nei meccanismi consumistici, sopravvivono in esso sufficienti poteri trasformativi per annoverarlo tra i fattori più promettenti di tale rivoluzione.  


Bandura scrive..."Siamo sempre più esposti a potenti influenze che operano al di fuori delle istituzioni tradizionali e attraversano i confini nazionali".

Gli straordinari progressi tecnologici in atto e la globalizzazione delle forze economiche stanno creando situazioni di interdipendenza transnazionale in cui il controllo della vita individuale richiede sempre di più un'azione collettiva.