NET- PARADE AWARD

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martedì 5 aprile 2022

NARRATIVA CONTEMPORANEA - SAGGISTICA - LETTERATURA

LA SINDROME DI GEORGE GRAY (per lui e lei)

di Paola Zugna ed Elena Zupin 


Elena Zupin nasce a Trieste, città dove  attualmente risiede. Gli studi la portano a diplomarsi come insegnante di scuola del grado preparatorio per proseguire con la maturità come assistente alle comunità infantili. Dopo la nascita del suo secondo bambino scopre di essere stata colpita da una malattia degenerativa, che la porterà presto a dover lasciare il suo impiego, passando in ufficio come impiegata. Qui incontra Paola Zugna. 

Paola Zugna nasce a Trieste; nel 1984 si diploma per l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole del grado preparatorio. 

Elena Zupin e Paola Zugna, dopo mesi di incontri e di intenso lavoro, si ritrovano. Fondendo insieme vita, esperienze ed emozioni comuni, fanno i conti con un argomento pesante che stendono in un testo "leggero": La sindrome di George Gray (per lui e per lei). 

"La Sindrome di George Gray" Edizioni Kimerik  è un divertente approccio di due penne femminili di fronte a un tema che spesso si traduce in ben altro che risate o riflessioni ironiche; è un libro che trasmette un messaggio profondo in modo incisivo e sicuramente riflessivo.  Apparentemente sembrerebbe un attacco diretto al mondo maschile, in verità siamo di fronte a un ritratto di un aspetto triste della realtà ma che le nostre autrici intendono riflettere sotto un altro punto di vista. La donna si eleva al di sopra di meschinità, credenze e pretese per declassare problemi psicologici dei "maschietti" a una sindrome da comprendere e compatire, mai, però, da giustificare. Per comprendere meglio questa "sindrome" bisogna analizzare la figura di questo personaggio...Chi era veramente  George Gray... Possiamo iniziare a comprendere questo personaggio con questa semplice introduzione di Edgar Lee Masters: 

Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con le vele ammainate, in un porto. In realtà non è questa la mia destinazione ma la mia vita.  Perchè l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura; l'ambizione mi chiamò, e io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato della vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Da un senso alla vita può condurre a follia ma una vita senza senso è la tortura dell'inquietudine e del vano desiderio: è una barca che anela al mare eppure lo teme. 

Le due autrici hanno voluto battezzare con il nome di George Gray, in onore di questa suddetta poesia. 

In pratica... o per meglio intenderci... la Sindrome di George Gray è una grave patologia dell'uomo (o donna) moderno adulto, inserito nella società contemporanea, o semplicemente di un modello di uomo, che l'odierna mentalità predominante è riuscita a clonare da un unico esemplare stereotipato, in sempre più individui. Spesso è latente e viene celata con intenzionalità o con orgogliosa ostentazione, senza la reale consapevolezza e comprensione della situazione e degli effetti devastanti che tale Sindrome porta e provoca nella vita dell'uomo che ne è affetto e nelle vite di chi tenta di amarlo. 

Il nostro Mister GG (di solito ) è un individuo adulto di età compresa tra i 35 e i 60 anni, momento in cui i sintomi (ormai cronicizzati), si manifestano brillantemente nella fase acuta... quando guardandosi allo specchio , egli vede quei segni che con l'inesorabile trascorrere degli anni solcano il volto, mentre la sua mente continua a partorire l'immagine del giovane spensierato, conquistatore e seduttore... di quale egli si crede. 

Il messaggio di Edgar Lee Masters è questo: 

Desideriamo navigare nel mare della vita e tuttavia abbiamo paura di lasciare il nostro porto sicuro. La vita è un' occasione unica e non dobbiamo sprecarla, anche se a volte ce lo dimentichiamo. Nella poesia Edgar esprime il concetto e fa capire il vero senso della vita, ossia che non bisogna mai sprecare alcun momento della vita e non bisogna non lasciandosi bloccare dalle paure. 

Rimanere fermi in un "porto" (che può sembrare sicuro) è come rimanere immersi in una pozza d'acqua stagnante... e come insegna William Shedd: "Una nave attaccata al porto è più sicura, ma non è questo lo scopo per cui è stata costruita". Possiamo riposarci nel porto che approdiamo, ma poi bisogna "levare" le àncore se si vuole vivere una vita più motivata e scoprire nuovi orizzonti.

"La motivazione è il carburante necessario a mantenere in movimento il motore umano" Zig Ziglar 

"Il primo passo verso il cambiamento è la consapevolezza, il secondo è l'accettazione e il terzo passo è l'azione". N. Branden