NET- PARADE AWARD

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venerdì 15 febbraio 2019

BENESSERE - DIETA - ALIMENTAZIONE NATURALE


COSA CI SPINGE A MANGIARE ANCHE SENZA FAME di LISE BOURBEAU
  
Il Controllo - Le 5 Ferite - I 5 Motivi 


Lise Bourbeau ha iniziato la sua carriera nel campo delle vendite nel 1966 ed è divenuta rapidamente la miglior Direttrice di zona del Canada. Ha mantenuto la sua posizione fino al 1982. In tutto quel periodo ha formato, motivato e aiutato più di 40.000 persone a diventare più consapevoli del loro potenziale. In questi 16 anni ha potuto rendersi conto che le persone raggiungevano solo raramente ciò che volevano nella vita e pochissimi erano davvero felici. La sua curiosità l'ha portata a ricercarne le cause e, soprattutto, le soluzioni. Ha frequentato numerosi corsi di formazione, principalmente negli Stati Uniti, ed in particolare in California dove ha ottenuto il Bachelor in filosofia presso l'Università di Filosofia. Nel 1987 ha scritto il suo primo libro intitolato "Ascolta il tuo corpo, il tuo più grande amico sulla terra", ed ha fondato la sua casa editrice (Les Editions E.T.C.). Questo è stato il libro più venduto in Quebec. Nel giro di 12 anni ha raggiunto il record di 300.000 copie vendute nella versione francese. Dal 1988 ha scritto altri 14 libri, tutti best-sellers. Il suo primo libro è stato ora tradotto in molte lingue e distribuito in tutta Europa, oltre che in Canada. 

"Cosa ci spinge a mangiare anche senza fame" Edizioni Amrita  è un'edizione aggiornata del libro "Ascolta...e Mangia" di Lise Bourbeau, la massima esperta mondiale dell'ascolto del corpo e autrice di molti libri tra i quali il famoso "Le Cinque Ferite e Come Guarire"e  "Migliorare i rapporti di coppia". 
Questo libro contiene tutto ciò che puoi imparare su te stesso attraverso la tua alimentazione e ti propone alcune tecniche semplici, accessibili e molto utili. Il suo scopo è aiutarti a: scoprire qual è la tua modalità di autocontrollo e fino a che punto la eserciti; diventare più cosciente di come mangi; mettere in relazione la tua alimentazione e quello che vivi sul piano emozionale, mentale e spirituale; scoprire perché sia così difficile ascoltare i tuoi veri bisogni; riconoscere rapidamente le ferite che ti impediscono di alimentarti bene, sia sul piano fisico che sul piano psicologico; riuscire ad ascoltare sistematicamente i bisogni del tuo corpo prima di mangiare; amarti e accettarti fisicamente, e soprattutto per quello che sei in ogni momento. 

INTERPRETAZIONE DEI CINQUE MOTIVI
Se mangi "per principio o per abitudine" significa che in generale ti lasci controllare o manipolare troppo dalle tue convinzioni che traggono principalmente origine dall'educazione ricevuta e da ciò che hai imparato durante la tua infanzia e adolescenza: è dunque il passato  a dirigere la tua vita; diverse paure ti impediscono di dare ascolto alla tua intuizione e ai tuoi veri bisogni. 
Se mangi "per emozione" significa che provi, più o meno consapevolmente, molte più emozioni di quanto tu non voglia ammettere. Sei il tipo di persona che perde il contatto con il suo sentire: anche se provi collera, frustrazione, delusione, sofferenza, solitudine, e così via, cerchi di evitare il più possibile di scavare troppo in profondità e di sentire il dolore associato a quelle emozioni. 
Se mangi per "golosità" significa che i tuoi sensi sono insoddisfatti a livello psicologico e che in generale ti lasci influenzare nella vita da ciò che vedi, senti e provi nei confronti del prossimo. Ciò ti crea questa golosità poiché pensi che la tua felicità dipende da quella altrui e questo crea una carenza che tenti di colmare con il cibo invece di imparare a riempire il tuo cuore rispondendo ai tuoi veri bisogni. 
Se mangi per "ricompensarti" significa che sei il tipo di persona che chiede molto a se stessa, spesso oltre i suoi limiti. Probabilmente sei un perfezionista e aspetti di realizzare qualcosa di straordinario prima di ricompensarti: ti aspetti spesso che gli altri te lo riconoscano, si congratulino con te o ti facciano i complimenti. Siccome nessuno su questa terra ha il mandato di garantire la felicità altrui, la maggior parte di noi prova delusione, o persino amarezza, nei confronti di aspettative disattese. 
Se mangi per "pigrizia" significa che probabilmente dipendi dagli altri più di quanto tu non creda: in presenza dei tuoi cari sei forse una persona diversa rispetto a quando sei da solo. E' possibile che tu agisca in base alle loro scelte, e questo perché non ti ritieni abbastanza importante, sentimento che invece provi, erroneamente, in presenza altrui. Non credi di valere abbastanza da concederti il tempo di ascoltare i tuoi bisogni.  

I disturbi alimentari iniziano quando non si accetta sé stesso, e non si riconosce i propri bisogni, quando non ascoltiamo nel profondo la nostra essenza meravigliosa e cerchiamo conferme dall'esterno. 
Ascoltare il tuo corpo significa servirti della sua dimensione fisica per prendere coscienza di ciò che avviene in te. Ascoltare i tuoi bisogni significa sapere di cosa i tre corpi (quello fisico, emotivo e mentale) abbiano davvero bisogno. 
Chi non riesce a raggiungere lo stadio di accettazione può finire per soffrire di bulimia, di anoressia o di iperfagia. Questi disturbi alimentari sono effettivamente in netto aumento, soprattutto nei paesi industrializzati. 

Se hai uno di questi disturbi, ecco cosa puoi imparare su di te... Se soffri di BULIMIA, il corpo ti sta dicendo che a una parte di te manca profondamente la tua mamma, al punto tale che vorresti "mangiarla" per incorporarla a te; quando in seguito ti provochi il vomito la rifiuti, vivendo così una grande contraddizione interna, (e questo probabilmente da quando eri molto piccolo). 
Nella bulimia è possibile individuare situazioni di rifiuto e abbandono vissute sia da te che da tua madre. 
Qualunque siano le ragioni per cui hai difficoltà ad accettare tua madre, la bulimia è un messaggio urgente che ti dice che è arrivato il momento di far pace con lei, di accettarla così com'è.

Se soffri di IPERFAGIA (si presenta come la Bulimia, tranne per il fatto che il soggetto non vomita) significa che vorresti "mangiare" tua madre  in continuazione: non ne hai mai abbastanza. Molto probabilmente hai un rapporto "fusionale" con lei, e tuttavia il nutrimento affettivo che ricevi da parte sua non è quello che cerchi o che ti aspetti da lei. Se sai di soffrire di iperfagia, ti suggerisco di far pace con tua madre e con te stesso, in pratica devi imparare ad amarti e rispettarti così come sei,  in questo modo potrai accettare e amare completamente anche lei (e gli altri). 

ANORESSIA 
In medicina vengono riconosciute due forme di anoressia: quella funzionale, che consiste nella perdita dell'appetito, e quella mentale, disturbo psichico che si traduce in particolare in una notevole perdita di peso.
Se soffri di anoressia mentale, significa che rifiuti completamente tua madre. (Anche qui, di solito, ne è colpito un solo uomo ogni nove donne). Se sei un maschio il primo paradigma di principio femminile è stata la mamma: rifiutandola, rifiuti anche il principio femminile dentro di te e probabilmente sei incline a rifiutare le donne in genere, senza sapere davvero perché. Se sei una donna rifiuti la tua femminilità, la mamma e la donna in te. Esibire un corpo magrissimo e poco desiderabile dal punto di vista sessuale può inconsciamente sembrare una buona idea per rifiutare il diventare donna: per questo motivo il problema dell'anoressia si sviluppa in gran parte tra le adolescenti, durante la pubertà. 
Meno preoccupante risulta il disturbo dell'anoressia funzionale perché è temporaneo; si sviluppa in genere in seguito ad un trauma, uno shock, o una grave malattia. 
Accetta il fatto che nella vita non ci sono errori, ma solo esperienze che ci aiutano a sviluppare il discernimento. 

Inizia ad amarti e volerti bene e a rispettarti.  Accettati per come sei, (ricorda: nessuno è perfetto). Dedica un po' di tempo per rilassarti (almeno dieci minuti al giorno).  Se non dedichi del tempo alla tua salute adesso, dovrai dedicarne più tardi alle malattie. Il solo modo  per riuscire a trasformare un comportamento è l'accettazione. Accettazione significa mollare la presa: più si molla la presa, più si vive meglio. Bisogna farsi scivolare alcuni malesseri come l'acqua del fiume che scivola nell'oceano...Più le cose cambiano; più si vuole esercitare il controllo, meno cambiamenti si manifestano. 
L'accettazione porta la pace, l'amore e la serenità interiore. Il problema non è digerire qualcosa, ma imparare a digerire qualcuno!  Anna A.