CONVERSAZIONI SULL'EDUCAZIONE DI ZYGMUNT BAUMAN
IN COLLABORAZIONE CON RICCARDO MAZZEO
Zygmunt Bauman
è uno dei grandi pensatori contemporanei, ha prodotto un "corpus"
impressionante di libri che hanno inciso profondamente sulla
comprensione del mondo contemporaneo. Ricordiamo "Modernità e Olocausto"
e "Modernità liquida. Edizioni Erickson ha pubblicato anche il suo Homo consumens. Lo sciame inquieto dei consumatori e la miseria degli esclusi nel 2007.
Riccardo Mazzeo,
editor storico della casa editrice Erickson, ha tradotto un centinaio
di libri da inglese, francese e spagnolo e scrive sulle pagine culturali
del "Manifesto". Tra i suoi libri ricordiamo oltre a questo, anche:
Elogio della letteratura" con Zygmunt; altri: "C'è una vita prima della
morte?"; "Il vento e il vortice"; "Parlare di Isis ai bambini"; "Il
musulmano e l'agnostico".
"Conversazioni sull'Educazione"
è un capolavoro che parla dell'educazione e i modelli da imitare per
garantire un miglioramento nella società attuale, "postmoderna", o
meglio in questa "società liquida" come la definisce il teorico
Zygmunt.
Zygmunt Bauman (il
più grande teorico sociale della nostra contemporaneità, qui in
conversazione con Riccardo Mazzeo, un intellettuale suo amico) riflette
sulla situazione delle ragazze e dei ragazzi di oggi e sul ruolo
dell'educazione e degli educatori in uno scenario dove le certezze dei
nostri predecessori non possono più essere date per scontate.
Qual
è il ruolo dell'educazione in un tempo che ha smarrito una chiara
visione del futuro e in cui l'idea di un modello unico e condiviso di
umanità sembra essere il residuo di un'era ormai conclusa?
Di
fronte alle sconcertanti caratteristiche del nostro "mondo liquido",
molti giovani tendono a ritirarsi (in alcuni casi nella rete, in giochi e
relazioni virtuali, in altri casi nell'anoressia, nella depressione,
nell'abuso di alcol o droghe), nella speranza di proteggersi così da un
universo oscuro e vorticoso. Altri si lanciano in forme di comportamento
più violento come le "guerre tra bande"...ecc...Tutto questo avviene
mentre i nostri politici restano a guardare, distratti, assenti o
indifferenti...
Da
qui Riccardo Mazzeo espone l'argomento con l'amico ormai scomparso
Zygmunt Bauman (gennaio 2017) sull'educazione e lo scenario della realtà
inquietante in cui si trovano calati i nostri figli e delle prospettive
plumbee a cui sono esposti i figli dei nostri figli.
"Amo
immensamente Zygmunt Bauman come intercessore, come persona e come
esempio di vita. A 86 anni mi sembra ancora estremamente giovane,
profondo, acuto, generativo. Lo ringrazio per il privilegio immenso di
avere associato il mio trascurabilissimo nome al suo, così fulgido,
nella stesura di questo piccolo libro impreziosito dalle sue incursioni
in nuovi territori del pensiero, dalle sue illuminazioni, dalla poesia
che fa capolino qua e là nel suo ferreo ma sempre vivido argomentare".
Zygmunt Bauman è
il mio pensatore preferito. A Bauman il coraggio non ha mai fatto
difetto: né quando, giovanissimo, fu decorato per essersi precipitato
come volontario a combattere contro i nazisti, né allorché, nel
Sessantotto, fu cacciato dalla facoltà di sociologia ed esiliato dalla
Polonia per aver sostenuto gli studenti contro una burocrazia asfittica e
arrogante. "Creare", ha scritto nelle ultime pagine di Modernità liquida,
"(e dunque anche scoprire) significa sempre infrangere una regola;
seguire una regola è pura e semplice routine, non un atto di
"creazione".
ALLA RICERCA DI UNA GENUINA "RIVOLUZIONE CULTURALE"
Magatti
descrive il nostro scenario: "Non esistono più centro o periferia, alto
o basso, giusto o sbagliato: il capitalismo tecno-nichilista tende a
inglobare tutto, compreso ciò che si produce ai suoi margini e
addirittura ciò che gli si oppone. Non c'è più controcultura perché
"tutto è produzione culturale". Anzi, la controcultura costituisce una
novità che arricchisce la verità e come tale viene inglobata nel
sistema".
La modernità è la convinzione che "il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza".
Per
quanto limitati possano apparire i poteri del sistema educativo
esistente, a sua volta irretito nei meccanismi consumistici,
sopravvivono in esso sufficienti poteri trasformativi per annoverarlo
tra i fattori più promettenti di tale rivoluzione.
Bandura
scrive..."Siamo sempre più esposti a potenti influenze che operano al
di fuori delle istituzioni tradizionali e attraversano i confini
nazionali".
Gli
straordinari progressi tecnologici in atto e la globalizzazione delle
forze economiche stanno creando situazioni di interdipendenza
transnazionale in cui il controllo della vita individuale richiede
sempre di più un'azione collettiva.
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