IL POTENZIAMENTO UMANO di Mario Rossino e Giuseppe Zeppegno
Prospettive bioetiche
Mario Rossino, Sacerdote della diocesi di Torino, è laureato in Teologia con
specializzazione in morale presso la Pontificia Università Lateranense –
Accademia Alfonsiana; laureato in Scienze politiche presso l’Università
degli Studi di Torino. Direttore del Centro cattolico di Bioetica
dell’Arcidiocesi di Torino. Dal 1980 al 2018 docente di teologia morale
speciale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione
parallela di Torino. Ha pubblicato diversi articoli su riviste e opere
collettanee. Per Effatà Editrice ha curato l’edizione critica degli Scritti morali di S. Giuseppe Cafasso (2009-2013); ha pubblicato "In dialogo"(2013); ha curato con Giuseppe Zeppegno Il potenziamento umano. Prospettive bioetiche (2018).
Giuseppe Zeppegno, sacerdote della diocesi di Torino. È dottore di ricerca in Morale e
Bioetica e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia
Settentrionale, Sezione di Torino. Ha conseguito la licenza in teologia
morale presso la sede torinese della Facoltà Teologica dell’Italia
Settentrionale, il dottorato in teologia morale presso l’Accademia
Alfonsiana, il diploma di perfezionamento avanzato in bioetica presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore e il Dottorato in Bioetica presso l’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum. Svolge attività di docenza presso la sezione torinese della
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale ed è a diverso titolo
coinvolto in associazioni e istituzioni di carattere bioetico.
"Il Potenziamento Umano" Editrice Effatà si propone di affrontare il delicato tema dell'enhancement nel campo della Medicina, fornendo importanti delucidazioni teoriche con approfondimenti di studi accademici di rinomati ricercatori con lo scopo di filtrare attraverso la luce della biologia, della genetica e delle tecnoscienze
questioni etiche di non facile soluzione e di non univoca
interpretazione.
La seconda parte si apre con un capitolo di Giuseppe Zeppegno in cui vengono analizzate le teorie filosofiche soggiacenti al fenomeno del potenziamento. L'autore pone l'attenzione sull'eterogeneo e complesso movimento culturale che si è sviluppato in questi ultimi anni soprattutto in ambiente anglosassone e che è genericamente indicato con il termine "postumanesimo".
Il termine "postumanesimo" è spesso evocato "in modo generico e onnicomprensivo, per indicare prospettive anche molto diverse tra loro. Raggruppa, infatti, teorie non completamente coincidenti: il Postumanesimo Filosofico, Culturale e Critico; il Transumanesimo nelle sue diverse accezioni (Estropianesimo, Transumanesimo Liberale e Democratico...), il Nuovo Materialismo, la Postumanità e la Metaumanità.
Il termine "Transumanesimo" fu utilizzato per la prima volta da Dante Alighieri nel Paradiso:
"Trasumanar significar per verba/non si porìa; però l'essemplo basti/ a cui esperienza grazia serba". Spiega Maurizio P. Faggioni: "Nei versi di Dante il "transumanare" è la mèta ultima dell'uomo e rappresenta l'esperienza, ineffabile a parole, di essere elevati per grazia oltre l'umano, verso il nostro compimento trascendente in Dio". (dal libro: La Natura fluida)
Uno dei fattori oggetto della riflessione sul "potenziamento umano" è quello di delineare i confini tra salute e malattia...
L'idea di potenziamento (enhancement) viene solitamente introdotta in contrapposizione a quella di terapia: mentre quest'ultima è l'insieme delle misure che consentono di ripristinare lo stato di salute, o di normale funzionamento del corpo, il potenziamento è l'insieme di interventi che puntano a migliorare certe capacità al di là del "range" normale per gli esseri umani.
"In realtà riusciamo a modificare e sostituire parecchi "pezzi d'uomo" con adeguate protesi, ma qualcosa manca per ottenere compitamente la vita! Non riusciamo a ricomporre per parti meccaniche la vita!... " (Franco Eugeni e Gianluca Ippoliti)
Paolo HERITIER riflette invece sul concetto di intelligenza artificiale, immaginando un mondo distopico in cui saranno i "robot" a prendere il potere, spodestando l’essere umano che si scoprirà, quindi, sabotato dalla sua stessa creazione.
L'uomo, come affermava Kant, deve essere un fine e non un mezzo, deve rimanere il punto fermo, il valore assoluto al quale fare riferimento, la misura di tutte le cose, ora e sempre.
La bioetica deve rispondere principalmente a questi requisiti, svolgere un ruolo insostituibile di coscienza critica che richiami la società moderna alle sue responsabilità morali, ponendosi al servizio di un'umanità proiettata verso il futuro.
Allontanare l'uomo dall'uomo, vagheggiando l'immortalità terrena non contribuisce a creare un mondo migliore ed un'umanità, seppur potenziata, più felice.
Si
potrebbe dire che il potenzionamento è come una potentissima e
lussuosissima vettura, che ha però bisogno di trovare nella bioetica un
pilota intelligente e accorto per far progredire, anziché regredire
l'umanità. Anna A.
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