L'ARTE DI FAR DOMANDE di Edgar H. Schein e Peter A. Schein
Quando ascoltare è meglio che parlare (Nuova Edizione ampliata e aggiornata)
Presentazione di Angelo Pasquarella
Edgar H. Schein (1928-2023) è stato tra i massimi esponenti mondiali di psicologia sociale e delle organizzazioni. Ha insegnato all'MIT per oltre quarant'anni, ricevendo numerosi premi e lauree ad honorem. I suoi saggi sono stati pubblicati in decine di lingue. Guerini ha pubblicato molte sue opere, tra cui L'arte della consulenza (2017), L'arte di creare fiducia (2019) e Sviluppo organizzativo e metodo clinico (1989 - 2023).
Peter A. Schein è un consulente di strategia nella Silicon Valley. Con oltre trent'anni di esperienza nel settore della strategiam del marketing e dello sviluppo aziendale, aiuta le start-up e le aziende tecnologiche in fase di espansione.
"L’arte di far domande" (Guerini Next) è la seconda edizione, ampliata e aggiornata approfondisce e attualizza i principali temi di questo classico del pensiero manageriale. Arricchito da nuovi casi di studio ed esercizi. Questo nuovo libro è decisamente più completo e ricco di informazioni preziose, uno strumento unico per apprendere e migliorare le dinamiche relazionali nel mondo delle organizzazioni.
Edgar Schein distingue e quindi insegna la cultura organizzativa che si articola su tre livelli: gli artefatti di una cultura (i suoi simboli e segni); i suoi valori condivisi (le cose in cui diciamo di credere); e soprattutto i suoi assunti di fondo (la natura delle cose). In pratica si passa dal livello più visibile, quello degli artefatti, a quello meno visibile (rappresentato dagli assunti di base).
Questo libro si rivolge a chiunque desideri instaurare relazioni positive più produttive, cerchi nuove modalità per capire cosa sta accadendo veramente, o voglia essere più di aiuto. Naturalmente tutti noi potremmo trarre beneficio da relazioni più produttive, da nuove modalità di comprensione e da una maggiore capacità di essere d'aiuto agli altri. Tuttavia, chi occupa posizioni di leadership ha particolarmente bisogno di affinare le predette competenze, perché quest'arte investigativa diventa più sottile e più complessa man mano che potere e status aumentano. La nostra cultura enfatizza il ruolo direzionale e valoriale dei leader, il che li predispone a "ordinare" anziché a chiedere. Eppure sono proprio loro che hanno più bisogno di apprendere l'arte di fare domande, perché compiti complessi e interdipendenti richiedono la costruzione di relazioni positive, aperte e fiduciarie sopra, sotto e intorno a essi, per facilitare un'esecuzione dei compiti più sicura e più efficace e un'innovazione più ampia e continuativa a fronte di un contesto in perpetuo cambiamento.
Ma vediamo com'è strutturato questo libro...
Nei primi due capitoli viene spiegato nei dettagli cosa significa veramente l'arte di far domande nella pratica quotidiana. Il terzo capitolo chiarisce "l'umile ricerca di infomazioni" con altre forme di indagine utilizzate da helper e coach. Il capitolo 4 prende in esame le forze culturali che operano costantemente in noi, specie negli Stati Uniti, e tenta di spiegare come e perché il pregiudizio culturale incoraggia sotterraneamente il dire e inibisce l'umile ricerca di informazioni. Il capitolo 5 approfondisce questo argomento analizzando le dinamiche con cui i partner delle gerarchie organizzative, e più in generale dei comportamenti sociali, creano molte delle "regole" che complicano ulteriormente l'umile ricerca di informazioni.
Le conversazioni si possono considerare una forma d'arte, e in quanto tali possono essere soggette all'innovazione. Se imparerai a variare il tuo ritmo e ad approfondire l'osservazione, vorrai anche trovare il tempo per una forma particolare di riflessione che consiste nel rivedere e analizzare qualcosa che hai appena fatto. I gruppi efficaci riesaminano criticamente le proprie decisioni per capire cosa si può imparare. Molti team efficaci, anche all'interno di gerarchie complesse come le forze armate degli Stati Uniti, usano il riesame critico per avere il feedback di tutti, indipendentemente dal grado. Un'indicazione condivisa non può andare sprecata. La consapevolezza situazionale consente al leader o al manager di sapere più chiaramente quando ha già la risposta e può permettersi di "dire". Ciò permetterà (al leader o al manager) di essere più sensibile nelle situazioni in cui servono maggiori informazioni. La buona notizia è che la nostra cultura premia sempre più frequentemente la trasparenza a scapito dell'indifferenza, e che avviare una relazione espressiva di livello 2 è molto più soddisfacente che autoconfinarsi al transazionalismo di livello 1.
In pratica....Paradossalmente, solo imparando a indagare più umilmente e a essere trasparenti l'uno con l'altro possiamo creare la fiducia reciproca necessaria per lavorare assieme più efficacemente.
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