LE RICETTE DI MANGIARE BENE PER SCONFIGGERE IL MALE di Maria Rosa Di Fazio con Guido Mattioni
Dalla spesa cosciente agli attrezzi da cucina, dalle materie prime "amiche" al modo corretto di conservare le pietanze, per farne di cotte e di crude, ma con fantasia e con un unico obiettivo: la SALUTE.
Maria Rosa Di Fazio è responsabile di Oncologia del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino, dove applica il metodo chemioterapico "soft" del professor Philippe Lagarde, luminare francese di fama mondiale.
Guido Mattioni è un'insolito, ma appassionato chef rubato al giornalismo e alla narrativa, autore della trilogia "americana" di romanzi: Ascoltavo le maree (2013), Soltanto il cielo non ha confini (2014) e Conoscevo un angelo (2015).
"Le Ricette di mangiare bene per sconfiggere il male" (Edizioni Mind) è un manuale divulgativo, non certamente un romanzo, con l'intento di fornire suggerimenti validi e pratici per prevenire e sconfiggere il brutto male.
Dopo il grande successo del best seller "Mangiare Bene per sconfiggere il male", la dottoressa Maria Rosa Di Fazio torna con questo nuovo libro (scritto a quattro mani con lo scrittore e giornalista Guido Mattioni) in cui propone una serie di ricette ispirate alle regole della sana alimentazione contenute nel libro precedente.
Il risultato di questo lavoro a "quattro mani" è nelle pagine che seguono. Non vi troverete nomi di prodotti e marchi ma troverete una serie di ricette di semplicissima e rapida realizzazione per ogni giorno, dalla prima colazione, alla cena; ma anche quelle più raffinate e soltanto un po' più complesse per fare bella figura in una cena tra amici.
Nel libro ci sono anche dei suggerimenti sulle migliori e più sane materie prime, sul come sceglierle e conservarle, evitando errori dannosi al nostro benessere. E ancora, nella stessa ottica, scoprirete quali generi di cibi non devono mai più finire nel vostro carrello della spesa, quali strumenti da cucina utilizzare e quali invece no; senza dimenticare ovviamente i metodi di cottura e i "mai più senza" da tenere sempre in dispensa o in freezer per improvvisare, anche in tempi brevissimi, una cena.
Ricordiamoci sempre che la buona salute inizia a tavola, ma ancora prima inizia cosa mettiamo nel carrello della spesa. Tra i consumatori italiani, sta "prendendo anima e corpo" una maggiore e responsabile attenzione a che cosa mettere nel carrello e poi portare in tavola ogni giorno, tre volte al giorno. Prendendo a modello la struttura di un "supermercato tipo", la prima area in cui ci imbattiamo è di norma quella dedicata ai vegetali e alla frutta. Frutta e verdura non sono una categoria unica, è una generalizzazione sbagliata e di conseguenza anche potenzialmente pericolosa se non si rispettano le giuste proporzioni. Nella mia esperienza professionale io dico che bisogna avere ben chiaro il "quanto" di verdura, così come quello della frutta. Perché non sono la stessa cosa. Il "quanto" per me significa un'unica porzione di frutta giornaliera, di un unico tipo per volta, soltanto al mattino, mai a fine pasto e mai e poi mai alla sera, dopo cena. Ai malati oncologici con patologia in atto, o ad alto rischio di ricaduta, sono quasi sempre costretta a toglierla del tutto, in modo definitivo. Il perché è molto semplice: perché la frutta, insieme a tante cose senz'altro buone, come per esempio le vitamine, ci apporta anche, purtroppo, un elevato quantitativo di zucchero, "il fruttosio", che come tutti gli zuccheri non è per nulla benefico. Studi recenti sul funzionamento del nostro microbiota intestinale (da dove parte tutto, il buono e il cattivo) ci confermano in maniera inequivocabile l'effetto "acidificante" del fruttosio. Con conseguenze spesso disastrose, pensando che le cellule tumorali si nutrono soprattutto di zucchero (oltre che di ossigeno e di fattori di crescita).
Come medico ho fatto un giuramento, quello di Ippocrate, dove ho solennemente promesso che "regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio". E con scienza e conoscenza professionali, ma anche per coscienza umana, non intendo venire meno a quel giuramento.
Quindi la mia raccomandazione di base, per la prima colazione così come per gli altri due pasti della giornata, non può che essere sempre la stessa: "Cambiare, cambiare, cambiare". Cambiare sempre. Quella del "cambiare" è una regola che "deve" iniziare appunto già dal mattino, dalla prima colazione, nostro primo appuntamento con il cibo e con la salute.
"Fa che il cibo sia la tua medicina", ammoniva Ippocrate, padre della scienza medica. Oggi, in un'epoca di cibi sempre più industriali, manipolati, prodotti con materie prime modificate geneticamente e imposti dalla pubblicità e del marketing, noi possiamo e dobbiamo andare oltre affermando che "stiamo" bene o male in base a "che cosa" mangiamo o non mangiamo. Anna A.
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