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mercoledì 30 giugno 2021

ATTUALITA' E TEMI SOCIALI - SAGGISTICA

 TECNO-EQUILIBRISTI  di Fabio Pellerano 

Come farci migliorare (e non divorare) la vita dalle tecnologie digitali

 

Fabio Pellerano è un educatore professionale con esperienza quasi ventennale. E' nato nel 1969, lavora presso un Servizio per le Dipendenze della Sanità pubblica di Torino. Inoltre è formatore, romanziere e blogger ed è stato un giornalista pubblicista. Con Amrita ha già pubblicato "Azzardopatia" sul disturbo da gioco d'azzardo. 



"Tecno-Equilibristi" Edizioni Amrita  è un manuale rivolto a genitori, insegnanti e terepeuti, e a tutti coloro che vogliono tornare a fare delle tecnologie digitali quello che dovevano essere: strumenti di arricchimento, e non di tortura, controllo e monetizzazione. Tecno-Equilibristi offre una visuale a 360° sul mondo dell'Homo Technologicus: spiega la terminologia specifica "phubbing", come proteggersi da eventuali rischi o abusi: furto d'identità, dipendenze, comportamenti compulsivi. Come proteggere i nostri figli: controllo parentale, videogiochi, cyberbullismo.

Da sempre gli esseri umani utilizzano strumenti tecnologici per raggiungere i propri obiettivi. La curiosità e l'ingegnosità sono elementi che hanno determinato l'esistenza di miliardi di persone. 

Nel 1995 Nicholas Negroponte nel suo libro "Esseri Digitali" scriveva: "Nel prossimo millennio potremmo trovarci a parlare più con le macchine che con le persone. Ed è proprio quello che sta rivoluzionando la nostra società. 

Il libro è ben strutturato ed è formato da quattro parti; nella prima parte viene trattata la tecnologia digitale, i suoi sviluppi e la relazione uomo-macchina. La seconda parte è dedicata ai contenitori e contenuti digitali e al funzionamento delle piattaforme. Nella terza parte l'autore propone dei test per iniziare a farsi delle domande su un eventuale uso problematico, con la proposta di alcune strategie di gestione. Infine vengono dettati alcuni consigli ai genitori e uno sguardo alla salute del nostro corpo. In appendice c'è un piccolo approfondimento sulle prime cinque aziende digitali con cui abbiamo a che fare ogni giorno o quasi. 

La tecnologia è parte delle nostre esistenze da sempre e in futuro ci accompagnerà ancora, sperando che non ci porti alla distruzione. Infatti, per ogni sviluppo sembra che ci sia un prezzo da pagare. Spesso ci troviamo quindi a confrontarci su quanto sia buona o cattiva la tecnologia.

Interessante ciò che ha scritto  Melvin Kranzberg, individuando sei leggi: 1) La tecnologia non è né buona né cattiva; non è neanche neutrale. 2) Le invenzioni sono le madri delle necessità. 3) La tecnologia arriva in blocchi, grandi e piccoli. 4) Sebbene la tecnologia possa essere un elemento fondamentale in molte questioni pubbliche, i fattori non tecnici hanno la precedenza nelle decisioni tecnico-politiche. 5) Tutte le storie sono rilevanti, ma la storia sulla tecnologia è la più rilevante. 6) La tecnologia è una vera attività umana, così come la storia della tecnologia. 

Secondo il filosofo Umberto Galimberti...L'errore più comune è pensare che la tecnologia sia solo uno strumento a nostra disposizione. La tecnologia invece è diventata il soggetto della storia. Perché ciò che fuoriesce dalla logica della tecnica, afferma Galimberti, diventa elemento di disturbo.

Inoltre Galimberti scrive:

"La radio, la televisione, il computer, il cellulare ci plasmano qualunque sia lo scopo per cui li impieghiamo, perché una trasmissione televisiva edificante e una degradante, per diversi che siano gli scopi a cui tendono, hanno in comune, come osserva Anders, il fatto che noi non vi prendiamo parte ma ne consumiamo soltanto la sua immagine. Il "mezzo", indipendentemente dallo "scopo", ci istituisce come spettatori e non come partecipi di un’esperienza o attori di un evento. Questa condizione, che vale per la televisione, vale in maniera esponenziale per internet, dove il consumo in comune del mezzo non equivale a una reale esperienza comune. Ciò che in internet si scambia, quando non è una somma spropositata di informazioni, è pur sempre una realtà personale che non diventa mai una realtà condivisa. Lo scambio ha un andamento solipsistico dove, come vuole la metafora di Anders, un numero infinito di "eremiti di massa"comunicano le vedute del mondo quale appare dal loro eremo, separati l’uno dall’altro, chiusi nel loro guscio come i monaci di un tempo sui picchi delle alture, non già per rinunciare al mondo, bensì per non perdere, per l’amor del cielo, nemmeno una briciola del mondo in effigie. E così, sotto la falsa rappresentazione di un computer personale (personal computer), ciò che si produce è sempre di più l’uomo di massa, e per generarlo non occorrono maree oceaniche, ma oceaniche solitudini che, sotto l’apparente difesa del diritto all’individualità, producono, come lavoratori a domicilio, beni di massa e, come fruitori a domicilio, consumano gli stessi beni di massa che altre solitudini hanno prodotto. A questo punto le considerazioni di Gustave Le Bon sulle situazioni di massa che alterano l’individuo sono ampiamente superate perché, grazie al personal computer, oggi si procede a domicilio a questa degradazione dell’individualità e al livellamento della razionalità".

In poche parole... Galimberti afferma che la tecnologia ci "mangia" l'anima e non solo...


La differenza tra la tecnologia e la schiavitù è che gli schiavi sono pienamente consapevoli del fatto di non essere liberi. (Nassim Nicholas Taleb) 

Gli uomini sono diventati gli strumenti dei loro stessi strumenti. (Henry David Thoreau)


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