ESSERE LEADER di Daniel Goleman, Richard E. Boyatzis e Annie Mckee
Daniel Goleman, già insegnante di Psicologia a Harvard e autore di "Intelligenza Emotiva" (1996), che ha venduto oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Ha scritto anche molti bestseller tra cui "La forza della Meditazione" e "Lo Spirito Creativo", tutti bestseller internazionali.
Richard E. Boyatzis è professore e direttore del Dipartimento di Comportamento organizzativo alla Weatherhead School of Management: presso la Case Western Reserve University.
Annie Mckee insegna alla Graduate School of Education della University of Pennsylvania e svolge un'intensa attività di consulenza nel campo organizzativo in tutto il mondo.
Le teorie di Daniel Goleman sull'Intelligenza Emotiva hanno radicalmente cambiato ciò che intendiamo comunemente per "intelligenza", nella vita quotidiana, in quella affettiva, in quella professionale. Il compito fondamentale dei leader, è quello di innescare sentimenti positivi nelle persone che dirigono. Ciò accade quando essi sanno creare risonanza (una riserva di positività che libera quanto c'è di meglio in ogni individuo).
Nella sua essenza, quindi il compito primario della leadership è di natura emozionale. Se ben condotta, può rivelarsi potentissima nel suscitare ispirazione, passione ed entusiasmo, nel promuovere impegno e coinvolgimento e nel mantenere alto il morale di coloro ai quali è diretta.
Il nostro è un mondo fondato sul "lavoro di gruppo", e in un gruppo chiunque di noi può essere chiamato a questo ruolo. A scuola, come in famiglia, in politica come nello sport, nel volontariato, in vacanza e perfino nel rapporto di coppia ci capita di dover "essere leader" e di dover trovare in noi stessi la flessibilità, la creatività, la fantasia che servono a tenere desta l'attenzione degli altri, che ci permettono di incalzarli con gli stimoli giusti e di guidarli, nella "buona e nella cattiva sorte".
In poche parole, il leader di un qualsiasi gruppo è in grado, più di chiunque altro, di influenzare le emozioni dei suoi membri. Quando un leader orienta le emozioni in senso positivo, sa far emergere il meglio di ognuno, quando invece le emozioni sono orientate in senso negativo, si crea una condizione di dissonanza che mina le fondamenta emotive necessarie alla piena realizzazione di ogni individuo.
I Leader capaci di ispirare gli altri creano risonanza e "scuotono" le persone mostrando loro una visione ideale avvincente o una missione condivisa. Questo tipo di leader trasmette il senso di uno scopo comune, che trascende le mansioni quotidiane e rende entusiasmante il lavoro. I leader che sanno gestire i conflitti trovano il modo di far parlare tutte le parti interessate, sanno capire le loro differenti prospettive, e riescono infine a trovare un ideale comune che tutti siano disposti a sottoscrivere. Costoro fanno affiorare il conflitto, riconoscono i sentimenti e i punti di vista di tutti e poi reindirizzano l'energia verso un ideale comune.
La chiave che consente alla leadership di operare a vantaggio di tutti risiede naturalmente nelle competenze riconducibili all'intelligenza emotiva, ovvero nel modo in cui il leader gestisce e controlla se stesso e le proprie relazioni interpersonali.
Come ci ricorda Erasmo da Rotterdam , (il grande pensatore rinascimentale): "Le migliori speranze di una nazione riposano nell'educazione adeguata dei suoi giovani".
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