NET- PARADE AWARD

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giovedì 29 marzo 2018

EDUCAZIONE E FORMAZIONE - PATOLOGIE E MALATTIE

AUTISMO A SCUOLA 
Strategie efficaci per gli insegnanti 


L'obiettivo principale della Guida "Autismo a Scuola" Edizioni ERICKSON è quello i fornire un quadro completo, e allo stesso tempo utile, per conoscere più a fondo i Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) e poter così impostare un intervento tempistico e funzionale. 
Partendo da questo obiettivo, il libro fornisce agli insegnanti una panoramica esauriente delle caratteristiche peculiari dei disturbi dello spettro autistico, proponendo poi numerose indicazioni e suggerimenti per lavorare in modo adeguato ed efficace sugli aspetti particolarmente deficitari negli alunni con autismo: le difficoltà nell'interazione e lo sviluppo dell'intersoggettività, le difficoltà cognitive di conoscere e comprendere gli stati mentali propri e altrui, le difficoltà a organizzare, pianificare e autoregolare i comportamenti in modo flessibile, le difficoltà a usare codici comunicativi verbali e non verbali, le difficoltà di gioco sociale e simbolico, la presenza di comportamenti problema ripetitivi e stereotipati, ecc. 

L'autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. 
Le definizioni e le classificazioni oggi maggiormente condivise e utilizzate a livello internazionale (DSM-IV-TR e ICD-10) si basano principalmente sulla descrizione del comportamento tipico del disturbo autistico. Le aree prevalentemente interessate  sono quelle relative all'interazione sociale reciproca, all'abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri. 
L'autismo si configura come una disabilità "permanente" che accompagna il soggetto  nel suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale  assumono un'espressività variabile nel tempo. Le cause dell'autismo sono a tutt'oggi sconosciute. 

L'autismo è uno dei disturbi psichiatrici nei quali la componente genetica ha la massima importanza, come evidenziato in numerosi studi condotti sui gemelli. Gli studi in ambito neurobiologico sono volti a individuare eventuali strutture anatomiche e/o circuiti disfunzionali coinvolti nella genesi del quadro clinico-comportamentale tipico dell'autismo. 
Il bambino con diagnosi certa di autismo cresce con il suo disturbo anche se nuove competenze vengono acquisite con il tempo. La prognosi a qualunque età è fortemente condizionata dal grado di funzionamento cognitivo, che a tutt'oggi sembra rappresentare l'indicatore più significativo rispetto allo sviluppo futuro. 

Le strategie comunemente suggerite e adottate nell'intervento nei disturbi generalizzati dello sviluppo, possono essere fatte rientrare in due grandi categorie: gli approcci comportamentali e gli approcci evolutivi. Il panorama internazionale permette inoltre di individuare una serie di specifici "modelli" di presa in carico. 
L'analisi funzionale risulta indispensabile per individuare la reale funzione del comportamento problema. La tecnica dell'analisi funzionale permette di osservare e valutare la circolarità di interazione, comunicazione e azioni-reazioni che coinvolgono il comportamento problema, quello degli altri e il livello di stimolazioni che il soggetto produce. 
E infine importante guardare anche al contesto più largo di vita della persona. L'obiettivo principale è il miglioramento della sua qualità di vita e di chi le sta vicino. 

Ormai si ritiene che il trattamento fondamentale dei disturbi dello spettro autistico sia quello psicoeducativo, non quello psicoterapeutico o quello che chiamiamo più tradizionalmente medico. Come si è arrivati a questa situazione, quella di dare grande valore all'intervento educativo?

Penso che i passaggi siano stati diversi. Il primo passaggio credo che vada ricercato nella scarsa, per non dire nulla, efficacia degli interventi di tipo psicoterapeutico, in particolare quelli centrati su modelli di tipo psicodinamico; questa è stata un'evidenza che è cresciuta man mano nel tempo. Dall'altro per quanto riguarda la terapia medica, noi non abbiamo oggi una conoscenza di quelle che sono le cause, quindi non siamo in grado di stabilire la terapia, e le terapie mediche attuali sono sostanzialmente centrate su alcuni sintomi. Parallelamente a questo, ormai direi da una quarantina d'anni, sono state sperimentate delle metodologie principalmente basate su metodi di tipo cognitivo-comportamentale, che invece hanno dimostrato essere efficaci non nella cura dell'autismo, ma nella riduzione anche significativa della disabilità. In più, altra cosa importante, questo tipo di interventi hanno messo insieme il lavoro degli operatori  e degli specialisti, con quello che era il lavoro più di tipo educativo del genitore, quindi dell'educatore per eccellenza, dell'educatore naturale, accanto a quello della scuola e questo è stato un valore aggiunto importante del modello psicoeducativo. Giuseppe Maurizio Arduino  

Il tempo è uno strumento fondamentale: occorre concederlo e saperlo organizzare trasformandolo in un segnale di lettura immediata. I bambini autistici hanno bisogno di tempo e spesso affrontano con impegno e fatica l'abbandono di un'attività o l'inizio di un nuovo compito e la concentrazione che possono offrire nei confronti di un impegno scolastico è maggiore se è comprensibile e chiara la consegna successiva.  

Oggi esistono molte associazioni di famiglie  e di persone con disturbi autistici. Il loro ruolo e la loro importanza è andata crescendo negli ultimi vent'anni e, nel nostro Paese, possiamo dare loro il merito di aver stimolato, sollecitato e guidato un profondo cambiamento culturale e nella sensibilità diffusa rispetto a questi disturbi. La loro opera è prevalentemente centrata sull'informazione, la sensibilizzazione e la tutela dei diritti umani. 
Anna A. 

Un bambino autistico ha bisogno d'amore. Ascolta il tuo cuore e imparerai a vedere il mondo dal suo punto di vista. Rinaldo Sidoli 
















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