"AUTONOMISMO E PERSONA" DI LUCA DE SANTIS
Federalismo, autonomia e sociologia del soprannaturale nel pensiero di don Luigi Sturzo
Luca De Santis, presbitero e docente di dottrine politiche e sociali presso l'ISSR "Don Tonino Bello" di Lecce, ha conseguito il dottorato in Dottrina sociale della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense in Roma, con una tesi sul federalismo municipalista secondo la prospettiva teologico-pastorale di don Luigi Sturzo.
L'autore ci accompagna, attraverso la lettura de "La vera vita", in un viaggio che ci consente di contemplare la fonte dalla quale il prete calatino attinge e soprattutto rinnova continuamente la sua vocazione, mostrando la ricchezza umana, culturale e sacerdotale di padre della Patria, dell'Unione Europea, di un precursore del Concilio Vaticano II e di uno dei maggiori intellettuali europei del Novecento, facendoci rimpiangere il fatto che troppo a lungo, in primis le istituzioni ecclesiali, ma a seguire quelle civili, l'hanno ignorata se non censurata. Flavio Felice
L'obiettivo che quest'opera "Autonomismo e persona" (Edizioni Effatà) si propone di riprendere è il pensiero di don Luigi Sturzo, uno dei pilastri della tradizione storica italiana, la cui riflessione parte dall'unità d'Italia sino alla creazione della configurazione politica avvenuta dopo la svolta repubblicana con la promulgazione della nuova Costituzione italiana.
La figura di Sturzo presenta una personalità stabile e robusta, priva di degenerazioni. In essa, lo possiamo dire con sicurezza, non può essere rintracciata alcuna radice di colpa riguardo agli errori commessi dalla nostra contemporaneità, quali le varie vicende critiche della politica italiana, strutturatesi dal dopo guerra ad oggi ed in particolar modo quelle inerenti a quest'ultimo ventennio.
All'interno di questo testo verrà evidenziato come l'autonomia perseguita da Sturzo non sia un semplice passaggio dal centro alla periferia del potere decisionale. La libertà come l'autonomia sono ritenute un diritto primario della persona ed un prerequisito per risolvere i problemi economici, politici e sociali. E' necessario sottolineare che federalismo e liberalismo per Sturzo sono i nodi strategici per la risoluzione del problema politico determinatosi in Italia, anche se per il prete calatino il principio federalistico trascende poi anche i confini nazionali divenendo un problema e una proposta politica generale, riguardante soprattutto la questione dell'unione degli Stati Europei. L'idea federalista in Sturzo non è quindi solo una questione legata agli aspetti storici e geografici dell'Italia, ma costituisce un fondamento ideologico generale.
La vera vita, ci dice Sturzo, è quella completa in ogni parte, che riguarda le aspirazioni dell'uomo. Perché la persona si realizzi in ogni suo aspetto deve operare una sintesi, deve cercare il proprio centro, il luogo più profondo e unitario esistente in se stessa: la dimensione spirituale è lì dove è presente la più alta sintesi delle nostre potenzialità e attività.
La vita dello spirito, dunque, permette la pacificazione delle intime discordanze e contraddizioni proprie di una vita prettamente naturale, divenendo anche il luogo in cui il dolore trova conforto, sopportazione e capacità di superamento.
Ogni campo di intervento sociale ha la possibilità di divenire illuminato dalla grazia, e dunque di portare
salvezza per mezzo del singolo a ogni fratello e sorella. Ed è proprio in questo aspetto che consiste l'apertura della santità a tutti i credenti, quindi anche ai laici. Sostenendo questa vasta azione della grazia, l'uomo viene da don Sturzo spiritualizzato nel mondo e per il mondo, coinvolgendo in questo progetto l'ambiente del lavoro, della cultura, dell'impegno politico, la vita individuale, sociale e quella religiosa. Uomo e Dio sono dunque in una comunione intima, in una permanenza reciproca dell'uno nell'altro e viceversa, un'esistenza che si traduce nell'atteggiamento descritto nel Vangelo a proposito di Marta e Maria. Un'unione mistica con Dio, che si tramuta di conseguenza in azione in favore del prossimo, nel pieno precetto che amore per Dio e per il prossimo non possono essere inscindibili.
Tutto è finalizzato in Dio, poiché da Lui proveniamo e verso di Lui ci indirizziamo: in questo, per Sturzo, consiste il senso del mondo e del vivere in esso.
Don Sturzo è convinto che la politica sia un ramo dell'amore del prossimo, che nulla ha e deve avere a che fare con la lotta faziosa, la guerra tra partiti, l'odio di classe, il risentimento tra le persone.
La virtù della carità non rimane fuori dall'ambito politico e, infatti, questo contesto non gli è estraneo; ma perché la politica possa configurarsi come forma di carità è necessario praticare l'amore come un valore politico.
Sembrano paradossale questi concetti, ma questi pensieri di don Sturzo sono molto affini a quanto predicava nel 1925 padre Matteo Crawley, promuovendo la devozione al sacro cuore di Gesù nel lanciare "la crociata dell'amore nella politica".
La politica, nella concezione di Sturzo, non consiste né nella forza delle parole né nelle lusinghe, ma si traduce nelle opere della verità, nella giustizia, nella difesa della libertà di tutti, nel rispetto dei diritti altrui e nella fedeltà ai propri doveri, nel sacrificio di sé per gli altri. Il compito del politico è occuparsi dei mali che riguardano la persona e il sociale...
La domanda adesso sorge spontanea...ma allora cosa fanno attualmente i nostri "politicanti"?
Anna A.
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