LA VITA SECONDO ME di Reinhold Messner
Reinhold Messner, alpinista e scrittore, nato nel 1944 in Alto Adige, ha iniziato ad
arrampicare nel 1949 e dal 1969 ha intrapreso più di cento viaggi verso
le montagne e i deserti della Terra. Ha realizzato numerose prime e ha
salito tutti i quattordici ottomila. Ha traversato l’Antartide, la
Groenlandia longitudinalmente, il deserto del Ténéré nel Sahara e quello
del Gobi. Nel 2006 ha guidato un gruppo di alpinisti attraverso lo
Hielo Norte in Patagonia; nel 2008 con il figlio Simon ha realizzato
alcune salite nel deserto del Wadi Rum, in Giordania. In Alto Adige,
dove segue le sue aziende agricole, Reinhold Messner ha dato vita a un
museo, suddiviso in cinque spazi espositivi, interamente dedicato alla
montagna: il Messner Mountain Museum. Ha inoltre creato la Messner
Mountain Foundation per il sostegno alle popolazioni montane.
"La vita secondo me" (Corbaccio Editore) può definirsi il libro più coraggioso di Reinhold Messner. In questo libro infatti parla di ambizione e pudore, incubi e vecchiaia, di capacità di
reinventarsi e di accettare la vita che ci aspetta. Con sincerità e con
una convinzione che si è rafforzata negli anni, Reinhold Messner
racconta l’essenza della sua esperienza di vita in settanta parole
chiave, settanta momenti, settanta riflessioni che coprono l’intero arco
della vita.
"L'uomo d'avventura che c'è in me, da individuo sicuro di sé, è responsabile solo per se stesso e per la sua cordata. Nonostante in montagna mi senta allo stesso livello degli altri dal punto di vista emotivo e dell'esperienza mi confronto solo con me stesso. Se avessi avuto una personalità debole, tenuta al guinzaglio da dipendenze o legami tradizionali, avrei rinunciato alle avventure. Sono stato abile ad andare avanti per la mia strada senza dover dar conto a nessuno e quindi rimanere mentalmente stabile. Infatti comportarsi secondo i propri desideri e affrontare pericoli nella piena responsabilità delle proprie azioni, presuppone molta esperienza e conoscenza. Il diritto di scegliersi la strada comprende l'obiettivo di diventare se stessi, e anche la possibilità di vivere la vita con successo. Il processo di uno sviluppo costante cancella i confini tra "consentito" e "vietato" e si concentra su "possibile" e "impossibile".
Le montagne sono state il mio secondo campo di gioco: per me la città e la pianura sono state da subito il contrario della libertà. Non volevo essere inserito in uno schema o sottostare ad alcunché. Solo la mia mente si inseriva nelle leggi stabilite dall'uomo, non l'istinto o il sentimento, che tuttavia sono lo spirito che costituisce il mio essere. Da allora come legislatore supremo riconosco soltanto la natura. Nella nostra società le differenze tra povertà e ricchezza sono sempre più grandi e sempre più difficili da colmare. Il mondo in cui ho fatto le mie esperienze sociali più importanti, in cui ho sviluppato la mia lenzione di quanto non lo richieda il contatto diretto delle persone... La montagna ha rappresentato per me, la possibilità di fare innumerevoli prime esperienze e quelle esperienze hanno plasmato il mio sapere. Nei nostri geni non c'è scritto che avremo una vita di successo. Il successo è piuttosto il frutto dell'entusiasmo con cui facciamo le cose e del talento che abbiamo di osare. La nostra vita è come un arco teso tra la nascita e la morte. Chi conosce la propria fine, può vivere più intensamente, e scoccare le sue frecce (le sue idee) più precisamente e più lontano. Questa sicurezza nella mira appartiene all'arte di vivere. Non consiste solo nel fare un uso ottimale di tutte le nostre capacità: noi stessi dobbiamo diventare il nostro obiettivo.
L'arte di vivere consiste anche nel rendersene conto, nel vivere la vecchiaia come un processo di apprendimento e nel vivere man mano sempre pienamente". (Reinhold Messner)
"Solo guardando dentro di me posso comprendere gli altri". Laozi
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