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lunedì 27 giugno 2016

PSICOLOGIA

CHE COSA SONO LE NEUROSCIENZE COGNITIVE di ANDREA MARINI 

Andrea Marini insegna Psicologia del linguaggio e Neuroscienze cognitive all'Università di Udine. Autore di libri e contributi scientifici, coordina progetti presso gli Istituti di Ricerca Medea e Santa Lucia e la Scuola Provinciale Superiore di Sanità "Claudiana" di Bolzano. 

"CHE COSA SONO LE NEUROSCIENZE COGNITIVE" (Carocci Editore) è un libro che intende fornire al lettore una visione generale del funzionamento del cervello e dei suoi rapporti con quell'insieme di abilità che vanno sotto il nome di "funzioni cognitive". 
Il cervello è un formidabile sistema biologico in grado di eseguire miliardi di calcoli al secondo consumando molto meno di una semplice lampadina da frigorifero.

"Le neuroscienze cognitive" costituiscono un approccio multidisciplinare allo studio dei rapporti tra funzionamento del cervello e prodotti della mente. Si tratta quindi di una disciplina ibrida, prodotto della convergenza tra ambiti d'indagine diversi. Questa eterogeneità ne costituisce anche il principale punto di forza. 
Ma quali sono gli obiettivi delle neuroscienze cognitive?
Sicuramente molteplici. Potremmo dire che l'obiettivo principale consiste nell'indagare le basi neurali del comportamento umano cercando in primis di rispondere a domande del tipo: "Com'è organizzata la memoria del cervello?". Nel fare questo vengono fatti convergere i risultati provenienti da osservazioni del comportamento di pazienti con lesioni cerebrali, da studi sulle attivazioni cerebrali durante l'esecuzione di compiti specifici in persone sane, da simulazioni al computer del funzionamento del cervello, dall'osservazione dello sviluppo delle funzioni cognitive in età evolutiva ecc. E' stato così possibile superare vecchie concezioni basate prevalentemente sulla sola osservazione di pazienti, come quelle legate all'idea di poter localizzare funzioni complesse in singole aree del cervello. 

MEMORIA E APPRENDIMENTO 
Anche la memoria è fondamentale per il funzionamento della nostra mente. In effetti, lo studio di questa complessa abilità, condotto su più livelli, spinge a riconsiderare l'asserzione cartesiana secondo cui "io penso, dunque sono ". In realtà noi non siamo ciò che siamo perché pensiamo, ma in quanto siamo in grado di memorizzare costantemente nuove informazioni sulla nostra vita e organizzarle in un flusso coerente. In altri termini , noi siamo la somma dei nostri ricordi. 
La memoria è indispensabile per consentire l'apprendimento. 
Lo studio della memoria procede su almeno tre fonti: dal punto di vista della psicologia cognitiva ci si concentra sull'identificazione dei processi alla base dell'immagazzinamento e del recupero delle informazioni apprese e si formulano modelli sulla struttura e sul funzionamento della memoria; dal punto di vista delle neuroscienze cognitive l'obiettivo diventa identificare le reti neurali responsabili di questi processi con l'intento di confermare o eventualmente modificare i modelli proposti dalla psicologia cognitiva; infine, da un punto di vista biologico, l'attenzione si sposta sui meccanismi che permettono lo scambio d'informazioni tra i neuroni. 
Nel complesso, oggi sappiamo che esistono diverse forme di memoria: alcune a brevissimo/breve termine, altre a lungo termine, alcune consapevoli, altre inconsapevoli. Sappiamo inoltre che queste forme di memoria sono spesso implementate in reti neurali diverse. 

Il capitolo conclusivo di questo libro mirerà, a fornire al lettore un'idea delle attuali frontiere delle neuroscienze cognitive che monopolizzeranno l'interesse dei ricercatori nel XXI secolo. 
Negli ultimi vent'anni, l'applicazione di tecniche d'indagine sempre più accurate ha consentito di modificare ulteriormente la nostra concezione dei rapporti tra i prodotti della mente e il funzionamento del cervello. Nello specifico, come vedremo, oggi si ritiene che le funzioni cognitive non siano localizzabili in singole aree ma siamo il prodotto di gruppi di aree organizzate in reti neurali. 
L'approccio neuropsicologico mira non solo a identificare le caratteristiche di uno specifico disturbo ma anche a sviluppare test in grado di identificare disturbi intellettivi e cognitivi, quantificandone la gravità e consentendo ai clinici di sviluppare percorsi riabilitativi adeguati in vista del recupero funzionale del paziente. Infine, le neuroscienze cognitive mirano a testare la validità (eventualmente anche falsificandone i presupposti) delle teorie del funzionamento cognitivo avanzate da altre discipline come la psicologia generale, consentendo in questo modo di comprendere meglio la natura del comportamento umano.  Anna A. 




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