L'UOMO CHE VEDEVA OPACO di Adriano Segarelli
Romanzo di una vita parallela
Adriano Segarelli nasce a Roma il 18 dicembre del 1978. Frequenta
l’Istituto statale d’arte “Silvio D’amico” e realizza diverse opere di
pittura. È autore di tre sceneggiature per cortometraggi e ha partecipato in competizione come regista e sceneggiatore ai festival internazionali del cinema di Lucania e Milano, vincendo il premio miglior critica del pubblico al castello sforzesco con il cortometraggio intitolato "Malinconico pianista".
L'Uomo che vedeva opaco "Edizioni Kimerik è un romanzo che apre le porte alla riflessione del sé: da dove viene ciò che siamo oggi? Chi siamo stati un tempo? E cosa ci portiamo dentro?
Spesso si fatica a descrivere la propria personalità, cercando di dare il giusto peso, e posto, a ogni tassello delle diverse individualità che ci "popolano" e ci rendono unici nella nostra intima molteplicità.
L'autore in questo romanzo racconta un amore, intreccio di vite e di identità, la descrizione di una crescita individuale e collettiva. Una narrativa "pulita" che riesce con delicatezza ad accompagnare il lettore dentro questioni complesse e sorprendenti.
Il protagonista del romanzo è Lorenzo, una persona fragile e psicologicamente distrutta che si toglie la vita...ma poi vive un'altra vita parallela e attraverso un lungo percorso e una "rivelazione", capirà di aver perso molte cose e il valore prezioso che la vita può regalare...Il valore delle scelte è fondamentale per vivere una vita attiva e ricca di valori...e Lorenzo comprenderà in questo senso, il dono prezioso che è la vita.
La vita va onorata, amata e vissuta fino alla fine del percorso naturale.
Non esistono strade da evitare, ma direzioni da prendere. L'uomo ha necessità di imparare dai suoi errori, prima di poter comprendere realmente il proprio io. Non ascolterà mai la voce della propria coscienza, finché non si renderà conto della nostra reale importanza.
C'è una teoria scientifica interpretata dal fisico statunitense Hugh Everett III, secondo la quale ogni singolo individuo ha infinite possibilità: lì dove una persona cessa di esistere, in tutti gli altri infiniti universi paralleli, la stessa, continua a vivere regolarmente la sua vita, in un'altra identità. Secondo il concetto filosofico del Biocentrismo l'essere umano è uno degli innumerevoli elementi dell'universo.
Chi vive "appeso" ai condizionamenti dei propri timori, naviga in un perimetro delimitato dal buio. Non vede i reali colori della vita e non sa orientarsi verso la propria direzione.
La paura è quel meccanismo che limita l'azione. E chi sa oltrepassare questo, fa un passo in più nella certezza delle proprie risorse.
La vita è un dono prezioso e come tale deve essere rispettata, spesso è difficile proseguire il viaggio terrestre, ma non per questo bisogna eliminarla...Anna A.
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