PER NON DIMENTICARE...
Il 27
gennaio ricordiamo le vittime dell'Olocausto e dei crimini nazisti. In Italia il Giorno
della Memoria è nato ufficialmente con la legge 20 luglio 2000 n. 211,
che ha stabilito "l'istituzione del Giorno della Memoria in ricordo
dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati
militari e politici italiani nei campi nazisti". E' stato scelto questo giorno per commemorare ogni anno la Shoah e lo sterminio di oltre 6 milioni di ebrei.
Perché è importante ricordare?
Conoscere e ricordare è importante, solo il ricordo ci permette di riflettere sui terribili sbagli commessi e di sperare che tali errori non si ripetano più. Gli errori della deportazione non devono essere dimenticati perché non devono ripetersi mai più.
Ecco alcuni libri-simbolo della giornata della memoria...
1) SE QUESTO E' UN UOMO di Primo Levi; Un capolavoro letterario pubblicato da Primo Levi nel 1947, da allora continuamente ristampato e tradotto in tutto il mondo. Sopravvissuto ad Auschwitz, l’autore offre una testimonianza sconvolgente sulle mostruosità dei campi di concentramento nazisti. Un libro toccante che analizza l’umiliazione, l’offesa e la degradazione dell’uomo all’interno dei lager, prima ancora della sua soppressione con lo sterminio.
2) LA SOLA COLPA DI ESSERE NATI di Liliana Segre e Gherardo Colombo; Liliana Segre ha solamente otto anni quando nel 1938 vengono emanate le leggi razziali e improvvisamente non può più tornare in classe. Studenti e insegnanti ebrei vengono espulsi dalle scuole e di lì a poco tutte le persone di “razza ebraica” verranno licenziate dalle amministrazioni pubbliche, dalle banche e verrà impedito loro di sposare “ariani”, possedere imprese e lavorare per i giornali. È solo l’inizio di una serie di orribili limitazioni che sfoceranno nei campi di sterminio e nelle camere a gas. Gli autori ripercorrono i momenti più oscuri della storia nazifascista, evidenziando la necessità di non voltare mai lo sguardo di fronte alle ingiustizie per far sì che simili atrocità non possano più ripetersi.
3) AUSCHWITZ NON FINISCE MAI. La memoria della Shoah e i nuovi genocidi di Gabriele Nissim; Il ricordo della Shoah è uno degli elementi sui quali abbiamo costruito la nostra identità culturale a partire dalla seconda metà del secolo scorso. La memoria di quell'orrore ha permesso di affrontare a viso aperto la battaglia contro l'antisemitismo. Alcuni ritengono che se venisse meno quella memoria si aprirebbe un nuovo spazio per la circolazione di idee mai del tutto sconfitte. Eppure, come ci ricorda Gabriele Nissim, quel "salvagente cui aggrapparsi" per combattere il riaffiorare delle ideologie più barbare del Novecento "può diventare una pericolosa scorciatoia": "invece di affrontare direttamente i pregiudizi contemporanei si usa lo scandalo del passato, che alla fine mette tutti d'accordo ma senza toccare le aporie del presente". Ecco allora che "il discorso per certi versi "sacro" sull'unicità della Shoah, espressione di un male assoluto che ha colpito soltanto gli ebrei in tutta la storia dell'umanità", rischia di alimentare una percezione sbagliata: una gerarchia dell'orrore che sembra sminuire o relativizzare le tragedie toccate a molti altri popoli nel corso della storia. Gabriele Nissim - fondatore e presidente della fondazione Gariwo, nata per riconoscere i Giusti che si sono opposti a ogni genocidio - sostiene invece che la memoria della Shoah debba trasformarsi in una lente di ingrandimento, attraverso la quale riconoscere l'orrore ovunque esso si manifesti. Considerando le riflessioni e gli interrogativi di figure fondamentali quali Primo Levi, Simone Veil, Hannah Arendt, Yehuda Bauer e Raphael Lemkin, questo libro ci guida a indagare il meccanismo che porta alle atrocità di massa. E ci ricorda che non esiste un male soprannaturale: l'orrore nasce da una precisa volontà e da decisioni concrete, che conducono gli uomini a sterminare altri uomini per interesse, pregiudizio o accecamento ideologico. Per prevenire nuovi genocidi occorre dunque un'alleanza fra tutti gli esseri umani, fondata su un comandamento morale che ispiri l'azione dei singoli Stati come di organismi sovranazionali: mai più, a nessuno.
4) LA BAMBINA DI AUSCHWITZ di Tova Friedman e Malcom Brabant; questo libro è ai primi posti delle classifiche del New York Times. La storia vera di Tova, una tra i pochissimi ebrei a essere uscita viva da una camera a gas Tova Friedman è una delle più giovani sopravvissute ad Auschwitz. A soli quattro anni scampò alle esecuzioni di massa nel ghetto della città polacca in cui viveva insieme alla sua famiglia. A sei anni fu fatta salire su uno dei treni diretti verso l'inferno in terra e deportata nel campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau. Nonostante la giovane età, in quel luogo fu testimone di terribili atrocità e si trovò, come pochissimi altri hanno avuto la possibilità di testimoniare, dentro una camera a gas. In questo libro Tova Friedman racconta finalmente la sua storia.
5) LA BAMBINA CHE NON SAPEVA ODIARE scritto dalla sopravvissuta Lidia Maksymowicz insieme a Paolo Rodari e con la prefazione di PAPA FRANCESCO. Questo libro racconta la storia di Lidia che a soli tre anni entrò assieme a sua madre nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Per tredici mesi sopravvisse nella baracca dei bambini, fra le piccole cavie del dottor Mengele. Uscirà nel gennaio 1945 per mano ad una donna che non è sua madre. Lidia crescerà con lei, ma senza dimenticare e smettere di cercare la sua vera mamma...
6) SE ESISTE UN PERDONO di Fabiano Massimi; racconta la vicenda dimenticata di sir Nicholas Winton (tornata alla luce grazie a un video della BBC), Sir Nicholas Winton, conosciuto da tutto il mondo come lo “Schindler britannico” per il suo eroico salvataggio di oltre 600 bambini destinati alla morte nei campi di concentramento. La storia di quest'eroe è rimasta sconosciuta fino al 1988, quando sua moglie Greta trovò in casa un album di ritagli che documentavano le gesta del marito. Fu allora organizzata una manifestazione per celebrarlo e Nicholas Winton, seduto fra il pubblico, si ritrovò a sua insaputa attorniato da alcuni dei bambini, ormai adulti, che aveva salvato. Winton è morto nel 2015, all'età di 106 anni.
"Solo quando a tutti gli esseri sarà riconosciuta la dignità, ci sarà memoria". (R.Sidoli)
Se osservassimo un minuto di silenzio per ciascuna vittima della Shoah, resteremmo in silenzio per undici anni.
L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.
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