IL PROFUMO DELLE ROSE GIALLE di Elisa Barone
Elisa Barone svolge la professione di avvocato. Ha usato poesia e narrativa per comunicare sentimenti, ricordi, rimpianti, struggimento e commozione anche per fatti non vissuti direttamente ma, talvolta, empaticamente condivisi. Nel corso della vita, la scrittura è diventata una confidente, un'amica, una compagna cara e fedele a cui, tuttora, in qualche momento, dice: "Meno male che ci sei".
"Il Profumo delle rose gialle" (Edizioni Kimerik) non è un'opera autobiografica nel senso stretto del genere, ma è un romanzo su vicende di donne, uno sguardo femminile verso la vita, un racconto dove emergono i veri valori familiari l'amore di due personaggi (le protagoniste sono madre e figlia adottiva) tanto diverse tra di loro, quanto legate fino all'ultimo da un legame che non si lascia spezzare nemmeno di fronte al più basso dei tradimenti. (Teodosio Di Capua)
Il libro ci racconta la vita di Flora, una donna che incontra l'uomo della sua vita (Vinicio) e che corona la sua storia d'amore nel matrimonio. Inizialmente la storia d'amore sembra felice, ma dopo una gravidanza difficile e la perdita del bambino, la vita prosegue con una profonda crisi e disperazione esistenziale. La protagonista Flora infatti, cade nella più totale depressione, ma grazie ad un "regalo" del destino, entrambi riescono a risollevarsi adottando una bambina.
Nella loro vita, dopo tanto tristezza entra a far parte una bella bambina di 20 giorni, e per Flora e Vinicio inizia un nuovo percorso di gioia e di rinascita familiare.
Entrambi riescono empaticamente a immaginare la reincarnazione della figlia persa e quindi grazie a questa nuova presenza alleviano la grande sofferenza subìta in precedenza.
Però ahimè nel giardino della vita spesso anche le rose provocano ferite....
Sara la bambina cresce con amore, ma si rivelerà ben presto una bambina tutt'altro che amorevole, manifesta cattiveria e poca dolcezza, sempre aggressiva e per niente comprensiva.
Le problematiche di Sara spesso emergono e diventano sempre più difficili, nonostante l'amore incondizionato di Flora e Vinicio.
La vita è come un giardino di rose...per farlo rifiorire e profumare bisogna coltivarlo sempre e costantemente...l'arte di coltivare sé stessi e gli altri deve essere quotidiana...
Sara non voleva risentire quel "profumo", non vedeva e ne sentiva niente, ormai non c'era più nulla di tutto il passato e soprattutto non c'era più sua madre, non c'era più....
Riporto qui alcune parole tratte dal libro...la lettera che Flora ha lasciato al notaio prima di morire per Sara (la figlia adottiva):
"Quando leggerai queste parole non potrai mai più vedermi né sentire la mia voce. Io di te ho amato tutto con il rimorso di non aver apprezzato niente. Quante volte mi sono detta che se fossi stata veramente mia figlia, non saresti stata così e quanto dolore ho provato credendolo veramente! Quando durante l'ultimo incontro con Vinicio morente, abbiamo capito che eri stata capace a soli diciassette anni di distruggere un amore così grande e due vite che erano unite anche per amarti, ho creduto di odiarti e ho passato giorni e mesi a pensare cosa fosse possibile fare per "colpirti" almeno una volta, almeno in qualcosa e nell'unica cosa che potesse per te contare. Però è stato impossibile, impossibile odiarti, impossibile farti del male....perchè io ti amo Sara...
Il ricordo del calore contro il mio petto del tuo corpicino avvolto nella copertina rosa a quadri gialli in quel giorno di primavera...con il PROFUMO DELLE ROSE GIALLE... in cui ti presi fra le braccia per la prima volta, mi fa capire che, se tornassi indietro io ti vorrei ancora e farei ancora tutto, tutto ciò che ho fatto per te....nonostante tutto! "
Anna A.
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